Le origini di questo capo d’abbigliamento risalgono alla seconda metà del XIX secolo. Infatti già durante la guerra di Crimea, alcuni reparti della fanteria della Regina indossarono un cappotto molto simile a quello che oggi è un autentico cult della moda mondiale per proteggere i soldati con un tessuto impermeabile e resistente all’acqua. Sulla paternità del capo, poi utilizzato dallo stesso esercito anche nei conflitti successivi (soprattutto le due Guerre Mondiali) si cela ancora oggi un certo mistero, con tante aziende che ne reclamano la creazione. Possiamo dire, comunque, che una delle date più importanti nella storia del trench è il 1879, ossia l’anno in cui nel sud della Gran Bretagna, a una manciata di chilometri da Londra, Thomas Burberry brevetta il tessuto che diverrà iconico del capo: La gabardina, inizialmente in cotone, filato a maglie molto strette così da non fare filtrare i liquidi, diviene in breve tempo uno degli elementi tipici e riconoscibili del trench, spesso associato al motivo a tartan, tipico della Scozia, che sarà negli anni una vera e propria icona dell’omonimo brand inglese.
Quindi possiamo dire che questo capo d’abbigliamento in origine fosse a totale appannaggio maschile, ma grazie anche alla spinta cinematografica, il trench iniziò a perdere la connotazione bellica e a venir associato a tutt’altro tipo di figure. Nelle vecchie pellicole, il trench è il capo prediletto di detective, giornalisti, spie, galantuomini, donne forti e sofisticate femme fatale. Le comparse del trench sul grande schermo sono innumerevoli: da Humphrey Bogart in Casablanca(1942), a Marlene Dietrich in Affari Esteri (1948) e Sophia Loren ne La chiave (1958), fino a Marilyn Monroe, che lo porta con un basco nero in Facciamo l’amore (1960). Avvolta in un trench di Burberry sul set di Colazione da Tiffany (1961), Audrey Hepburn incarna la definizione di chic.
All’inizio della nostra storia per essere definito ”trench” un capo doveva seguire rigidi dettami stilistici, tra cui la manica raglan, le spalline, intese non come imbottitura interna ma come le tipiche lingue di tessuto dei capi militari che partono dalla spalla e si abbottonano vicino al collo dando la possibilità di apporre le mostrine o il grado sull’indumento, il profondo sormonto con l’abbottonatura a doppiopetto, che dà maggiore protezione contro il vento e le intemperie, il sottogola, una striscia di tessuto ripiegata e nascosta sotto il colletto, cinturini ai polsi, la cintura con dettagli in cuoio….e mi fermo qua per non annoiarvi.